Me la ricordo ancora la frase ”Chi siete? Dove andate? Cosa portate? Un fiorino” in quel film di Massimo Troisi “Non ci resta che piangere”. Era il 1984 ed io avevo appena 11 anni.
E dello stesso film mi ricordo anche la frase “Ricordati che devi morire”. E come rispose Massimo “Mò me lo segno” anche io pensai che prima o poi dobbiamo morire tutti. Ma non pensavo di dover morire cadendo da un’impalcatura a soli 41 anni.
Si, ero un lavoratore come si dice “a nero”. E in quel cantiere io non ci dovevo stare.
E forse, se qualcuno avesse visto come me il film, io in quel cantiere non ci sarei mai entrato e non sarei morto.
Ma si sa nella vita, e in quel caso nella morte, le cose non avvengono mai da sole, ma sono un insieme di situazioni che possono decidere il destino nel bene e nel male.
È pur vero che era un sabato pomeriggio, e si lavorava anche di sabato perché bisognava correre per concludere i lavori. E per far prima i miei colleghi (quelli “inquadrati”) mi avevano chiesto di andare con loro per finire il lavoro e tornare casa “prima”.
Era sabato, e tutti almeno il sabato pomeriggio vorrebbero stare a casa per “prepararsi” alla domenica. Per accompagnare mia moglie a fare la spesa. Per giocare con le mie bambine.
Ma io a casa non ci sono tornato.
Quello che poi non si è capito è come e perché sono caduto da quell’impalcatura.
Che fossi morto è certo. Ma da dove fossi caduto purtroppo non è mai stato proprio chiaro.
Si, è vero che sul ponteggio hanno riscontrato l’assenza di una “tavola di ponte”.
Una tavola di ponte di 50×180 cm che mancava dal piano del ponteggio. Ma io non ricordo se sono caduto proprio da quel punto dove mancava la tavola. E anche se lo ricordassi come farei a raccontarlo?
Sui giornali c’era scritto che il ponteggio da dove sono caduto non era a norma.
E qualcuno ha anche scritto chiedendosi perché io fossi su quel ponteggio “fuori norma”.
Ma la domanda è: come potevo sapere io se quel ponteggio era a norma o meno?
Ero “a nero”. E non avevo mai fatto nessun corso di formazione, nessuna visita medica da parte del medico competente.
Insomma non ero consapevole dei rischi presenti in un cantiere e in quel cantiere, forse se avessi fatto un corso di formazione sarei stato in grado di sapere che quel ponteggio era fuori norma.
E forse non sarei salito. Forse…
Ma io ero “a nero” e a quel corso di formazione non ho mai partecipato.
Ma la domanda è sempre la stessa. Che ci facevo in quel cantiere?
E le frasi di quel film mi ritornano sempre in mente.
Chi siete? Dove andate? Dove andate? Un fiorino.
Ed io avrei risposto: Sono un lavoratore a nero, non formato.
E chi era all’ingresso avrebbe dovuto rispondere: allora non puoi entrare!
E quel sabato sarei tornato a casa, magari senza soldi, ma certamente vivo per trascorrerlo con mia moglie e le mie figlie.
Ing. Carmine Piccolo